Lo scorso weekend ho partecipato insieme al festival di Internazionale Kids, la rivista che legge mia figlia (e di cui anche io e mio marito non perdiamo un numero!). Ho ascoltato un intervento sulle parole che usiamo, sul loro peso, il loro significato, quante ne conosciamo, come e dove le leggiamo o le ascoltiamo.
Ho riflettuto su quante parole ho insegnato a mia figlia da quando è nata, quante ne ha lette lei, quante ne ha ascoltate, quante ancora non ne conosce e quante ancora non ne conosco nemmeno io.
Ad esempio la conoscete voi la parola PETRICORE? Forse no… è il nome del profumo alla pioggia (che io adoro).
Questo mi ha fatto pensare a quante storie le ho raccontato e letto la sera, di giorno, sempre. Tutt'ora la lettura ad alta voce è una delle nostre attività preferite. Non vedo l’ora dell'estate per essere sul plaid in riva al lago mentre io e mia figlia dipingiamo i sassi e mio marito legge per noi un libro ad alta voce.
Se ci pensate bene le storie sono ovunque. Ci raccontiamo storie, guardiamo storie al cinema e in TV, disegniamo storie, leggiamo storie, pubblichiamo storie sui social media. Ma il più delle volte non ci pensiamo nemmeno.
Raccontare storie è una tradizione antica, serve per tramandare il nostro sapere e i nostri valori ed è interessante vedere i diversi modi in cui lo facciamo oggi. Le storie contengono le nostre parole preferite, le parole della nostre famiglie e delle nostre vite.
Quando raccontiamo storie, creiamo un legame profondo. Proviamo empatia, ridiamo, impariamo, comprendiamo, ci esprimiamo. Abbiamo dei libri in casa che hanno dentro tra le loro pagine la voce di mio marito, i personaggi di quelle storie hanno preso vita grazie a lui.
Abbiamo poi dei libri che non hanno storie scritte perché solo Silent Book e proprio per questo hanno ancora più storie al loro interno.
Possiamo iniziare a notare il mondo di storie che ci circonda e a trasformarlo in una nostra tradizione di famiglia. Essendo consapevoli dei molti modi in cui possiamo raccontare storie, anche per imparare, per studiare, per calmare la rabbia o l’ansia, ci apriamo ad un modo creativo di apprendimento ed espressione.
Ti capita ancora di raccontare storie?
Ti capita di leggerne?
Ti piacerebbe ascoltare storie raccontate ad alta voce?
Avevi una scatola dei travestimenti da piccolo?
È uno strumento meraviglioso per il gioco creativo perché offre ai bambini e anche ai ragazzi più grandi l'opportunità di esplorare situazioni, identità, immaginazione, narrazione e li aiuta a dare un senso al loro mondo, raccontando storie.
Se stai pensando di creare una scatola dei travestimenti, potresti considerare questi consigli:
- La scatola può essere qualsiasi scatola, anche una di cartone, un cestino, un cassettone, una valigia vintage, uno zaino…
- Riempite il contenitore con tessuti, vecchi abiti, accessori, nastri, fibbie…
- Il tessuto può diventare qualsiasi cosa... un vestito, un mantello, una coperta, un letto, un palcoscenico, un marsupio, una borsa, delle ali…
- Nella scatola dei travestimenti si possono inserire anche strumenti "da adulti" come vecchi telefoni, vecchi guanti di gomma, vecchi occhiali, borse, borsette...
- Quando si usano oggetti misti senza una vera finalità, il gioco è più liberatorio e stimola la libertà di espressione.
- Il gioco può essere di fantasia oppure può sembrare simile al mondo degli adulti che i bambini amano imitare.
- Tutto il materiale può essere utilizzato da ENTRAMBI I SESSI , il che significa che, sebbene tu possa avere gonne tipicamente viste come indumenti femminili, o cravatte tipicamente maschili, tutti gli oggetti sono aperti a tutti
- La scatola dei travestimenti dovrebbe essere uno spazio SENZA GIUDIZI in cui i bambini, ragazzi e adulti possano esplorare la propria identità, raccontando la storia che vogliono a se stessi e di se stessi, e impersonificando parti di sè che ancora conoscono.
Buone storie e buon divertimento!
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